Agricoltura, ambiente e salute umana sono la stessa cosa.
Perché noi siamo quello che mangiamo, che respiriamo, che vediamo e viviamo nelle nostre campagne e nei nostri territori.
L’agricoltura oggi è allo stremo per l’inesorabile aumento dei costi di produzione e la riduzione delle capacità produttive dei terreni, che perdono inesorabilmente la loro fertilità, e a causa dei cambiamenti climatici e di una agricoltura indirizzata al massimo sfruttamento possibile delle risorse naturali.
Si avvera altresì la costante pressione dei prezzi dei prodotti alimentari verso il basso, il forte divario fra i prezzi alla produzione ed alla distribuzione e l’importazione programmata di milioni di quintali di prodotto agricolo ottenuto nei paesi più poveri con prezzi da fame.
Lo stesso avviene per tanti allevatori, costretti a trasformare i propri processi in fabbriche di carne e latte, ben lungi dalla biologia e qualità della vita animale e dei prodotti che ne derivano.
L’agricoltura delle monocolture e degli allevamenti intensivi, in questi decenni in tutto il mondo ha privilegiato solo l’aumento della produttività per ettaro e per animale allevato, attraverso la meccanizzazione e la chimica dei pesticidi e dei fertilizzanti, allontanando e mortificando ovunque la necessaria relazione dell’uomo con terra, con la natura, con l’ambiente in cui l’agricoltura si inserisce.
Le politiche agricole europee ed italiane non stanno costituendo un argine rispetto a queste drammatiche tendenze. I sostegni economici all’agricoltura privilegiano le grandi aziende convenzionali e stanno di fatto penalizzando le piccole e medie aziende agricole , compreso quelle biologiche. Ingenti risorse sono destinate alle cosiddette “produzioni sostenibili”, cioè sistemi di produzione ed allevamento che fanno comunque uso massiccio di presidi chimici di sintesi e di pratiche distruttive della biodiversità e del paesaggio.
E’ l’epilogo del modello di “sviluppo” agroindustriale della cosiddetta “rivoluzione verde”, la cui pratica sta dando effettiva evidenza del conflitto con l’ambiente e quindi della sua insostenibilità. La protesta dei trattori ne è la dimostrazione più eclatante!
La difficile vita e la sempre più scarsa remuneratività degli agricoltori (non solo europei) è stata convogliata contro le poche e modeste iniziative ambientali che la Commissione Europea aveva assunto al fine di mitigare il pesante impatto ambientale di un modello agricolo spinto alla massimizzazione della produzione.
A fronte della gravissima e veloce retromarcia della Commissione Europee per voce della presidente Von Der Leyen sui grandi temi del Farm to Fork e della svolta appena iniziata del “Green deal”, che segue le pressioni di parte importante del parlamento europeo e delle lobby agricole, a difesa dello status quo, noi tutti diciamo NO forte e chiaro.
Non sono le offese all’ambiente, l’uso dei pesticidi e dei diserbanti l’ipersfruttamento della terra e degli allevamenti intensivi che possono attivare un nuovo modello agricolo.
A questa stortura di paradigma noi agricoltori biologici ed artigiani proponiamo da più di 30 anni una prospettiva diversa, che in una parola chiamiamo agro-ecologia. Che significa operare insieme alla terra ed il vivente, da cui trarre il nostro cibo, con relazioni reciproche e non di dominio, cioè scambio e cooperazione, da cui ne derivano vitalità e cure.
E’ l’agricoltura biologica nel suo senso più profondo, ovvero promotrice di vita.
Per ultimo, ma non ultimo, noi siamo per la Terra e non la guerra, perché siano riconosciuti contestualmente i diritti alla Terra e della Terra, come un unico insieme, contro la catastrofica distruttività delle armi.
Facciamo appello a tutti gli agricoltori-ambientalisti, ambientalisti- agricoltori (siamo la stessa cosa), alle associazioni, gruppi, partiti, persone… per aprire una nuova stagione di impegno comune, partecipato e pro-attivo.
Per approfondire una seria analisi critica del ruolo dell’agricoltura e della produzione del cibo nei nostri paesi, nei nostri territori, nelle nostre comunità.
Chiamiamo tutt* alla mobilitazione aprendo le mille iniziative in cui siamo impegnati indirizzandole verso tutti coloro che condividono una nuova e diversa visione dove l’agro, l’ecologia e la relazione siano i nostri riferimenti.
Per questo affermiamo che:
- Una nuova agricoltura ricca di cibo sano e pulito, di cura e reciprocità, di rispetto e fertilità è possibile e praticata. Chiediamo che questa agroecologia artigiana, di piccola e media dimensione che vive e custodisce territori, fa comunità e promuove la relazione sia oggetto di una seria definizione e di investimenti certi dai governi e dall’Europa.
- Vada riconsiderato il sostegno a vantaggio di pratiche agricole e di allevamento intensivi , non sostenibili nei propri territori e causa di spopolamento delle campagne. Le risorse della pac devono orientarsi verso la effettiva tutela della fertilità dei suoli, della tutela dei paesaggi ,delle proprietà nutrizionali e della artigianalità degli alimenti.
- Non vogliamo i nuovi OGM (TEA) perché distruggono la biodiversità agricola e disseminano pollini modificati e sostanze dagli effetti imprevedibili. Chiediamo il riconoscimento dell’importanza dei semi locali, degli ecotipi e della selezione di nuove varietà e razze nei territori agricoli. In forme partecipate dagli agricoltori, con serie politiche di sperimentazione, tutela e valorizzazione.
- La produzione e l’utilizzazione del cibo torni ad avere una dimensione comunitaria, basata su principi di salubrità e giustizia. E’ improcrastinabile una politica Europea di contrasto verso lo sfruttamento delle persone dei campi, di trasparenza dei mercati e riconoscimentodel lavoro necessario alle produzioni rispetto ai costi, tutelando in tal modo il reddito dei produttori ed un giusto prezzo per chi acquista.
- E infine diciamo basta alla burocrazia asfissiante, che mortifica soprattutto le aziende famigliari e di piccola dimensione. I moderni sistemi di rilevamento ed interpretazione del territorio siano davvero messi al servizio dell’agricoltura e della sua sostenibilità ambientale ed economica.
Ritroviamoci e rappresentiamo insieme i beni comuni dei territori a cui apparteniamo.
Ci impegniamo e sottoscriviamo.
Maurizio Agostino (Rete Humus, Stefanaconi Vibo Valentia)
Lucio Cavazzoni (Biodistretto Appennino Bolognese, Bologna)
Nadia El-Hage Scialabba (Fellow Swette Center for Sustainable Food Systems Arizona State University)
Giovanni Dinelli (Dipartimento Agraria Università di Bologna)
Franco Zecchinato (El Tamiso sca, Padova)
Famiano Crucianelli (Biodistretto Via Amerina, Viterbo)
Mimmo Lucano (già sindaco di Riace, Reggio Calabria)
Rita Brugnara (Editor, Bologna)
Carlo Triarco (Ass. Agricoltura Biodinamica, Firenze)
Piero Bevilacqua (Storico, scrittore e saggista, Roma)
Luciana Castellina (Task force “Natura e Lavoro”, Rom)
Francesca Paron (Dirigente Regione Emilia Romagna, Bologna)
Nino Paparella Rete Utile, Buono e Bio, Bari)
Francesco Basile (Università di Bologna)
Alex Giordano (Rural Hack, Napoli)
Peppino Cilento (Sndaco San Mauro Cilento, Salerno)
Isabella Angiuli (CNA Bologna, Bologna)
Bruno Sebastianelli (Coop. La Terra e il Cielo, Arcevia AN)
Claudio Pozzi (Rete Semi Rurali)
Carlo Bazzocchi (Agricoltura di Confine, Cesena)
Federica Ferrario (Responsabile Greenpeace, Roma)
Daniele Ara (Assessore Agricoltura Comune di Bologna)
Alessio Surian (Docente UNIPD, Padova)
Sara Tommasini (Biodistretto Terre Marchigiane, Urbino)
Marco Pollastri (Centro Antartide, Bologna)
Mara De Lucia (Ass. Produttor Agricoltura Organica Rigenerativa, Impruneta F)
Gian Franco Ciola (Agronomo Contadino, Ostuni)
Luisa Debiasio Calimani (Urbanista, Padova)
Giuseppe Savino (Va Zapp, Foggia)
Antonello Di Gregorio (Cooperativa Nuovo Cilento, San Mauro Cilento Salerno)
Isabella Angiuli (CNA Bologna)
Stefano Bianchi (Presidente Aiab Veneto ONLUS, Padova)
Gianni Fabbris (Altragrcoltura Policoro Matera)
Antonio Capelli (Cooperativa Corte d’Aibo, Valsamoggia Bologna)
Francesca Petrini (Presidente CNA Alimentare, Jesi AN)
Maurizio Mazzariol (AltragricolturaBio, Firenze)
Alessandra Corrado (Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali UNCAL, Rende CS)
Michele Monetta (UP Bio, Acerenza MT)
Graziano Poggioli (Santa Rita Bio, Serramazzoni MO)
Antonio Lo Fiego (Arcoiris, Modena)
Laura Walter (Scrittrice, Padova)
Gianni Tamino (I.S.D.E. Italia, Ass. Medici per l’Ambiente)
Daniela De Martino (Gruppo di Acquisto El Ceston – BL)
Sergio Lironi (Presidente Onorario Legambiente Padova)
Anna Berton (Direttrice CIPAT Veneto)
Stefano Pagnin (Circolo wigwam Il Presidio Padova)
Francesco Miazzi (Comitato Popolare Lasciateci Respirare Monselice PD)
Diego Boscarolo (Consigliere Consorzio di Bonifica Adige Euganeo)
Luca Martinello (Movimento 5 Stelle Conselve PD)
Nicola Manno (ACS, Padova)
Mariagrazia Minisci (OP Carpe Naturam, Corigliano Rossano Cosenza)
Stefano Argenziano (Lombricoltura per la Terra, Castelnuovo Cilento SA)
Matteo Sandon (Arakè ,Padova)
Chiara Rebonato (Società Cooperativa Cà Magre, Isola della Scala Verona)
Antonio Compagnoni (Responsabile Relazioni Internazionali Rete Humus, Vignola Modena)
Marilù Perrone (Associazione Biol Italia, Conversano Bari)
Paolo Santachiara (Presidente Slow Food Reggio Emilia)
Simone Lusuardi (Biodistretto Reggiano, Reggio Emilia)
Rosa Maria Gallo (ACU Emilia Romagna, Bologna)
Francesco Morandini (giornalista pubblicista, Predazzo TN)
Alfio Furnari (Coordinatore consorzio cooperative sociali Sud Sud, Catania)
Salvatore Orlando (Cooperativa Terre Grecaniche, Palizzi Reggio Calabria)
Danila Mongardi (Azienda Agricola Biodinamica Al di la del Fiume, Marzabotto Bologna)
Carlo Forace (Architetto, Lauropoli CS)
Cristina Guarda (Consigliere Regionale del Veneto Europa Verde, Lonigo VI)
Gaetano Mercatante (Masseria Caporelli, San Costantino Calabro Vibo Valentia)
Massimo Renno (Aeres e Botteghe del Mondo, Venezia)
Carla Canarini (Contadina, Bologna)
Enzo Pranzini (Task force “Natura e Lavoro”, Firenze)
Matteo Calzolari (Comunità Grano Alto, Monghidoro BO)
Cinzia Scaffidi (Task Force “Natura e Lavoro”, Bra Cuneo)
Nino Quaranta (Cooperativa Contadinanza Necessaria, Laureana di Borrello RC)
Fiorella Belpoggi (Ricercatrice Istituto Ramazzini, Bentivoglio Bologna)
Bruno Maineri (Associazione Lo Studio di Francesco, Morano Calabro CS)
Antonia Romano (Associazione Governo di Lei, Castrovillari CS)
Carlo Cellamare (Task Force “Natura e Lavoro”, Roma)
Pancho Pardi (Natura e Lavoro)
Ferdinando Boero (task force “Natura e Lavoro”, Napoli)
Anna Bavaro (Cooperativa le Agricole – Comunità Progetto Sud, Lamezia terme CZ)
Lorenzo Sandri (Copaps Sasso Marconi Bologna)
Enea Burani (Biodstretto Reggiano Reggio Emilia)
Duilio Cangiari (Università Verde, Reggio Emilia)
Vincenzo Naso (Task Force “Natura e Lavoro”, Roma)
Massimo Montelatici (Pensionato, Albignasego)
Germano Paini (Task Force “Natura e Lavoro”)
Oliviero Pietro (Perito Agrario, Mortara PV)
Giulietta Mulini (Az bio Cresta del Pino Solitario e Mercatino Bio di Piazza Fregosi, La Spezia)
Giuseppe Mele (NoScorie International, Policoro MT)
Maria Farina (BioMele, Policoro MT)
Federico Butera (Task force “Natura e lavoro”, Milano)
Fabrizio Pedretti (Agriverde Soc. Coop. Sociale a r.l. S. Lazzaro di S. BO)
Teresa Serra Cassano (Ricercatrice, Milano)
Carlo Marino (Con.Pro.Bio Lucano, Genzano PT)
Stefano Spillare (Università di Bologna)
Filomena Perrone (Pensionata, Castrovillari)
Nicola Pagani (Deafal ONG, Milano)
Paolo Di Francesco (La Buona Terra – Associazione Lombarda Agricoltori Biologici e Biodinamici, Lonato Brescia)
Per sottoscrivere il documento inviare e mail all’indirizzo: info@retehumus.it.